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Chi siamo

Valigia Blu è uno spazio collettivo, senza pubblicità, senza paywall, senza editori.

Siamo nati con una mobilitazione che ha raccolto oltre 200mila firme per chiedere al TG1 la rettifica di una notizia falsa. Da quell’esperienza si è creato un gruppo, e da quel gruppo è nato un blog collettivo dedicato all’informazione e al ruolo che dovrebbe svolgere in una democrazia sana. Era il 2010: guardando a ritroso, quel mondo sembra lontano, mentre intorno tutto sembra essere cambiato. Ma, come allora, siamo consapevoli che una pubblica opinione informata sia un pilastro imprescindibile.

Fin troppo spesso il panorama dei media assomiglia a un rullo dove le nostre esigenze finiscono triturate dalla polemica del giorno, dalla propaganda politica, dalla disinformazione e dal caos informativo. Proprio per questo è importante condividere gli strumenti che si hanno a disposizione per aiutare e aiutarsi ad ascoltare, capire, decidere.

Ecco perché, come realtà indipendente, diamo il nostro contributo attraverso approfondimenti, analisi, commenti e podcast. Dove c’è rumore portiamo attenzione e ascolto, dove c’è confusione portiamo accuratezza, dove c’è silenzio portiamo il coraggio di una voce chiara e netta. Anche prendendo posizione sui temi più divisivi, quando il momento lo richiede, senza nascondersi dietro falsi equilibrismi, o il cosiddetto “cerchiobottismo”, e senza cedere alle pulsioni da tifoseria.

Il nostro è un progetto senza scopo di lucro, che dal 2015 si affida economicamente a un crowdfunding. Grazie alla fiducia e alle generosità di oltre 12mila donazioni, siamo finora riusciti a preservare questo spazio e a costruire attorno a esso una comunità allargata di sostenitori e sostenitrici. Tra questi spazi, oltre al sito, ai profili social e alla newsletter, c’è il gruppo Facebook dei donatori che ci permette di sperimentare nuove forme di confronto e partecipazione.

Negli anni abbiamo sempre più ampliato la rete di persone che collaborano con Valigia Blu, aprendoci il più possibile a proposte dall’esterno, apprendendo noi per primi da sguardi e approcci inediti al panorama nazionale e internazionale.

È questa comunità in continua mutazione, le conversazioni e gli spunti che produce, il tratto che caratterizza maggiormente Valigia Blu. Informiamo e aiutiamo a comprendere lavorando prima di tutto su noi stessi. Nel 2024, proprio perché crediamo nel valore centrale delle relazioni umane, ad aprile saremo presenti a Perugia al Festival Internazionale del Giornalismo, con una sezione apposita nel programma, Valigia Blu Live.

Se vuoi garantire anche tu l’indipendenza di questo progetto e sostenere chi vi lavora, puoi partecipare con una donazione alla nuova campagna di crowdfunding. Anche una piccola somma fa la differenza.

Se non conosci il nostro lavoro, o vuoi farti un’idea più precisa di cosa facciamo, di seguito ti parleremo brevemente di cosa abbiamo fatto nell’anno che sta per terminare.

Di cosa ci siamo occupati nell’edizione 2023

L’edizione appena trascorsa di Valigia Blu ha contato sul sostegno di 2160 donazioni per una somma complessiva di 76.626 euro, superiore al traguardo previsto (70 mila).

Sono tempi difficili quelli che stiamo vivendo: dagli equilibri internazionali sempre più fragili agli effetti dell’emergenza climatica sempre più evidenti, il mondo sta irrimediabilmente cambiando. Ciò crea nuovi problemi e nuove difficoltà, atterrisce e angoscia. Per tutti questi motivi viviamo con responsabilità e gratitudine la fiducia accordata da chi ci sostiene. Un dono non è mai scontato, e un dono in un momento di crisi è ancora più prezioso.

Abbiamo iniziato il 2023 coprendo il secondo anno dell’invasione su larga scala dell’Ucraina; ci accingiamo a chiudere l’anno coprendo la guerra tra Israele e Hamas, l’escalation iniziata con il terribile e disumano attentato terroristico del 7 ottobre. Si tratta di due conflitti molto diversi tra loro, ma la cui portata fin da subito ha sconvolto gli equilibri internazionali in modi irreversibili.

Questo nuovo scenario, per vari aspetti inedito e che estende la portata del conflitto pre-esistente, ci sta spingendo a intensificare i nostri sforzi per aiutare a capire quanto sta accadendo, così come le sue implicazioni. Sembra di essere tornati all’infausta stagione dello “scontro di civiltà”, a un mondo dove vale solo la regola “o con me o contro di me”.

Abbiamo da subito deciso di mettere al centro della questione il rispetto dei diritti umani, poiché da subito ci è sembrato evidente come l’idea della punizione collettiva stia imponendo un costo in termini di vittime tra i civili.

Facciamo nostre le parole di Andrew Strohlein (Human Rights Watch): “Mi sorprende sempre, e mi rifiuto di vivere altrimenti, che per alcune persone l’empatia finisca quando i bambini uccisi non rientrano nella loro narrazione preferita”.

I conflitti e le tensioni nel mondo, come detto, stanno aumentando. La crisi umanitaria in Sudan, i golpe in diversi paesi africani, l’intervento militare dell’Azerbaigian nella regione del Nagorno-Karabakh, le persecuzioni dei rohingya in Myanmar; e, ancora, il regime di Assad in Siria, quello dei talebani in Afghanistan, le grida di libertà delle rivolte in Iran che continuano nonostante una feroce repressione. Sono solo alcuni degli eventi che plasmano le vite di una parte consistente di mondo, ma che trovano poco o nessuno spazio nell’informazione mainstream.

Una costante del nostro impegno riguarda la crisi climatica. Dai round-up che raccolgono le principali notizie ai focus attraverso formati come il podcast, l’ambiente è tra i temi al centro del progetto Valigia Blu. Se l’obiettivo delle emissioni zero nette rappresenta la più grande sfida che abbia mai atteso l’umanità, rendere conto di come si stia rispondendo (non rispondendo) sul piano politico ed economico è quanto mai centrale.

Siamo convinti che il cambiamento climatico sia inoltre una fondamentale questione di diritti umani. Interroga infatti le fondamenta stessa delle società in cui viviamo, provoca crisi migratorie, chiama a un nuovo tipo di attivismo e impegno politico. E, naturalmente, le proteste degli attivisti climatici e la criminalizzazione che stanno subendo negli ultimi tempi.

Per quanto riguarda il nostro paese, abbiamo seguito il primo anno del governo Meloni e lo stato dei diritti nel paese.  Benché in Italia ci sia una tendenza a posizionare l’attuale coalizione di governo nel “centro-destra”, inquadriamo le sue politiche e la sua cultura di potere nel solco della “quarta ondata” dell’estrema destra e della destra radicale (la cosiddetta “ultradestra”). Da Trump a Orbán, questa destra nazionalista e identitaria è ormai in una fase di normalizzazione, anche attraverso l’uso delle cosiddette “guerre culturali”.

Sono soprattutto le ricadute per i diritti dei lavoratori, delle donne, di migranti e richiedenti asilo, delle persone LGBTQIA+ e di tutte le soggettività marginalizzate a preoccuparci. Non va dimenticata poi la pericolosa erosione del Servizio Sanitario Nazionale, una colonna portante dei nostri diritti che è stato fondamentale per affrontare la pandemia. Ma, al di là dell’attuale governo, abbiamo seguito questi temi anche attraverso focus specifici che interrogano le storture e le contraddizioni strutturali della nostra società. Come per la violenza e le disuguaglianze di genere: dai casi di cronaca più efferati alle ingiustizie che colpiscono il mondo del lavoro, o l’accesso a diritti come l’interruzione di gravidanza, la nostra attenzione è sempre alta.

Abbiamo anche lavorato per contrastare la propaganda martellante, le strategie con cui si cerca di rendere norma l’eccezionalità, buonsenso la disumanità. Con cui si aprono conflitti istituzionali gravissimi in una costante, opprimente vocazione a militarizzare il dibattito pubblico.

Ma, come detto, questa tendenza si inserisce in un quadro internazionale dove la radicalizzazione del discorso pubblico va di pari passo con le penetrazioni delle spinte autoritarie. Proprio per questo è più fondamentale che mai trovare parole e storie di civiltà, cercare quei lumi che, con fatica, nel buio resistono alla bufera.

Come partecipare al crowdfunding 2024

Per continuare il nostro lavoro abbiamo bisogno del vostro sostegno. Libri, tazze, borracce, shopper con il logo Valigia Blu: scegliete la vostra ricompensa e contribuite a un nuovo anno di buona informazione con Valigia Blu.

Potete donare usando PayPal o la carta di credito, oppure fare un bonifico (trovate tutti i dati nella colonna a destra in fondo alle ricompense).

Chi vuole donare con carta di credito può seguire le istruzioni come da immagine

Chi donerà dai 20 euro in su (anche dopo la fine della campagna di crowdfunding con ricompense prevista per il 7 gennaio 2024) potrà fare richiesta di iscrizione al gruppo Facebook qui. Dopo il 7 gennaio si potrà continuare a donare tutto l’anno, non saranno però più disponibili le ricompense.

Importante: se su Facebook usate un nickname (diverso dunque dal nome e cognome con cui avere donato) dovreste comunicarcelo via mail, insieme alla mail che avete usato quando avete donato. Potete scrivere a info@valigiablu.it.

La raccolta fondi sostiene il progetto Valigia Blu, il pagamento di chi collabora e i costi di gestione.

Puoi scegliere tra queste ricompense [le spedizioni sono possibili solo in Italia]

Libri
Cuffie Bluetooth Black Friday (solo dal 17 al 27/11 2023 – immagine indicativa)

Tazza Valigia Blu

Shopper Valigia Blu

Borraccia termica Valigia Blu